si, diciamo che magari in questo momento in spagna non c'è gente che usa manganelli e olio di ricino.GioPod ha scritto: mar 19 set 2017, 14:46 Ricordate quella mia provocazione di qualche giorno fa sul senso di democrazia, sul fascismo (fino al 36) come grande espressione di democrazia? Ricordate quando dicevo che bisogna intendersi sul significato filosofico di Democrazia?
Bene, qua in Catalunya mai come ora sarebbe necessario, e mai come ora è divenuto palese come questa parola sia un concetto teorico, applicabile a molti ambiti, quindi con così tanti sifnificati da essere "svuotato" di significato.
Il caso. Come vi dicevo qua è in corso un vero e proprio scontro tra le istanze indipendentiste catalane e il governo spagnolo.
Il governo ha dichiarato illegale il referendum. Un attacco frontale e duro all'attacco catalano.
Orbene, entrambi si appellano alla DEMOCRAZIA.
I catalani evocano la democrazia a supporto del loro sedicente sacrosanto diritto di autodeterminazione: per loro la democrazia è poter indire il referendum e sentire la voce dei catalani (sostengono di essere stati assoggettati dalla Spagna e soprattutto da Franco).
Anche il governo evoca la democrazia, dicendo che questo referendum è antidemocratico e il contrario della democrazia.
Chiedono che tutta la spagna possa votare, dicono che il referendum non è stato chiesto secondo le vie democratiche, dicono che ha un esito scontato perché non vi è la garanzia democratica della partecipazione e dello spoglio.
Come la mettiamo?
Bel lavoro sarebbe per i filosofi della politica
Però è vero che è un giusto quesito filosofico se in questi casi, in una nazione già esistente, basti il voto della sola regione che vuole autodeterminarsi, o il voto della maggioranza della nazione che si dividerebbe.