zivago ha scritto: ven 22 set 2017, 16:13
P.S. Al netto della propaganda filo-governativa, sembra proprio che, in quanto a lavoro, ci sia una ripresa. Ne ho conferma dai miei clienti e fornitori e io stesso, dopo la pausa agostana, sono subissato da richieste che non riesco a soddisfare.
Ho dunque anch'io meno tempo per correre e... per seguire questo
forum. Ma piuttosto che avere poco lavoro... mi va bene così.
Durerà o si tratta di un “fuoco di paglia”?
Chissà! Di certo posso dire che ad un aumento del lavoro non mi corrisponde un aumento nei compensi. Altresì dubito molto che ad una sostanziale e duratura ripresa della produzione corrisponderà una crescita occupazionale. Da quel che vedo io, le aziende stanno investendo sul rinnovamento tecnologico di macchinari e attrezzature proprio per ridurre ai minimi termini l'impiego di “risorse umane”.
Si Zivago è così. La ripresa c'è, l'ho notato anche io.
Però al momento è debole e non sufficiente per riportarci in linea con gli altri Paesi europei. Ci vorrà del tempo e poi bisogna vedere come si distribuirà questo surplus di ricchezza e a quali fasce di popolazione.
Io penso che ci vogliano delle politiche che mirino a favorire le fasce potenzialmente più produttive. Insomma basta mettere al primo punto dell'agenda politica sempre e solo le pensioni. Dovremmo pure iniziare a discutere di investimenti, di istruzione e quant'altro, piuttosto che dare bonus a destra e a manca.
- Abbiamo un sistema formativo vecchio e stravecchio e non è certo eliminando le bocciature che eleviamo la qualità dei nostri studenti.
Io ho un'idea un po' diversa dalla vulgata comune. Penso che la scuola debba dare le basi teoriche e pratiche ai giovani per affrontare il mondo in tutte le sue sfaccettature.
Avere come obiettivo esclusivo quello di focalizzarsi sul rapporto scuola>lavoro secondo me è sbagliato perché il mercato del lavoro è sempre in evoluzione, e imparare un mestiere direttamente a scuola non credo sia il modo migliore di pensare in prospettiva futura. Di fatto avvantaggia solo le aziende. Invece, il sistema scuola dovrebbe dare ai giovani delle capacità di adattarsi all'evolversi del mondo lavorativo e alle mutevoli circostanze della società in cui si vive.
- Allo stesso modo, di investimenti si dovrebbe iniziare a discutere. C'è una parte di Paese che ha un annoso deficit infrastrutturale e non è certo che si risolve con la promessa ricorrente del ponte sullo Stretto con tanto di brindisi con calice di Dom Perignon a suggello.
Comunque, sono discorsi lunghi, che nessuna delle forze politiche in campo ancora ha affrontato nello specifico. E non intende fare perché non portano voti.
Il rinnovamento delle tecnologie produttive non lo vedo in sé per sé come una cosa malvagia. L'occupazione in questo caso si trasferisce dalla fase finale a quella di progettazione, di controllo e di manutenzione.
Cioè per ogni processo di automazione industriale, ci sono dei soggetti che "pensano", altri che realizzano, e altri che fanno assistenza, manutenzione e ottimizzano il tutto.
Le grosse multinazionali, soprattuto quelle di estrazione, hanno dei processi interamente automatizzati. Eppure hanno una richiesta altissima di lavoro, perché il processo va ottimizzato e seguito in tutte le sue fasi. E dopo un tot di tempo diventa superato e bisogna pensare a un miglioramento/sostituzione.