giovanetica leggera italiana

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Zedemel
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Re: giovanetica leggera italiana

Messaggio da Zedemel »

@chippz
@NicolaRossi1
Si chiama selezione naturale, oltre alle doti fisiche ci vogliono pure quelle mentali, non crei la carriera di un campione tirando avanti di espedienti.
Chi fa attività ad alto livello (non solo sportive) una certa maniacalità la deve avere, altrimenti si salta.
Oppure alcuni lo fanno per riscatto sociale. Komen fece un po' di soldi e poi smise, Bekele ha fatto la sua carriera poi in maratona non ha più avuto la costanza dedicandosi alle sue imprese. Kipchoge ama correre ed è ancora lì più forte che mai a 37 anni.
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lucaliffo
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Re: giovanetica leggera italiana

Messaggio da lucaliffo »

Zedemel ha scritto: gio 13 giu 2019, 14:48 @chippz
@NicolaRossi1
Si chiama selezione naturale, oltre alle doti fisiche ci vogliono pure quelle mentali, non crei la carriera di un campione tirando avanti di espedienti.
Chi fa attività ad alto livello (non solo sportive) una certa maniacalità la deve avere, altrimenti si salta.
Oppure alcuni lo fanno per riscatto sociale. Komen fece un po' di soldi e poi smise, Bekele ha fatto la sua carriera poi in maratona non ha più avuto la costanza dedicandosi alle sue imprese. Kipchoge ama correre ed è ancora lì più forte che mai a 37 anni.
come sempre dai troppa importanza al "talento". anche le qualitá mentali si allenano, altrimenti nessuno si alzerebbe la mattina alle 6.30 per andare a scuola o al lavoro.
ovviamente "si allenano" non significa che il punto di arrivo sia uguale per tutti.

comunque discussione estremamente interessante e importante. a mio avviso c´é sia una tara "antropologica" nei regazzini che un´ignoranza di molti allenatori (che certe robacce le scrivono anche in testi teorici, quindi non é solo un adattamento obbligato alla tara antropologica altrui).
allenatore, personal trainer

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Zedemel
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Re: giovanetica leggera italiana

Messaggio da Zedemel »

lucaliffo ha scritto: gio 13 giu 2019, 15:00
Zedemel ha scritto: gio 13 giu 2019, 14:48 @chippz
@NicolaRossi1
Si chiama selezione naturale, oltre alle doti fisiche ci vogliono pure quelle mentali, non crei la carriera di un campione tirando avanti di espedienti.
Chi fa attività ad alto livello (non solo sportive) una certa maniacalità la deve avere, altrimenti si salta.
Oppure alcuni lo fanno per riscatto sociale. Komen fece un po' di soldi e poi smise, Bekele ha fatto la sua carriera poi in maratona non ha più avuto la costanza dedicandosi alle sue imprese. Kipchoge ama correre ed è ancora lì più forte che mai a 37 anni.
come sempre dai troppa importanza al "talento". anche le qualitá mentali si allenano, altrimenti nessuno si alzerebbe la mattina alle 6.30 per andare a scuola o al lavoro.
ovviamente "si allenano" non significa che il punto di arrivo sia uguale per tutti.
certo, ma devi avere una motivazione che è data dalla necessità o da una passione innata.
Agassi il padre gli ha fatto tirare milioni di palline, aveva un talento e una motivazione dal poter diventare qualcuno. Poi è arrivato ad odiare il tennis.
Casey Stoner, grande talento nelle moto, spinto dal padre, è arrivato a vomitare da stress prima delle gare, non sopportava l'ambiente, ha messo via i soldi per prendere un ranch in australia, si è ritirato in giovane età.

Kipchoge per la vita che fa in kenya poteva smettere già qualche maratona fa, ma lui dice che ama correre, gli pesa fare le 2-3 settimane di riposo che fa post-gara, quella è passione.
Valentino Rossi chi glielo fa fare di correre a 40 anni, si diverte a fare quel che fa.

In Italia per fortuna di casi di povertà estreme non ce ne sono tante, quindi devi trovare ragazzini che hanno la vena toppata per quello sport.
Pantani sfidava gli altri agli inizi con la graziella, se non hai qualcosa di innato dentro, ti stufi molto prima.

Conosco due fratelli, bambini figli di un mio amico, giocano entrambi a calcio, uno si diverte e lo fa volentieri ma finisce lì, l'altro ce l'ha in testa sempre e fin da quand'era più piccolo, una passione esagerata, poi magari non sfonda per questioni fisiche, quello si vedrà, ma a livello mentale ha la testa del campione.


Poi ovvia che senza metodo e allenamento nessuno diventa campione, ma l'allenamento bisogna darlo per scontato. Anche la mia maestra di musica mi dice che anche i grandissimi musicisti comunque si allenano, ma se la tua mente e corpo non sono predisposti.... ti stufi prima.
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Re: giovanetica leggera italiana

Messaggio da nemesio »

L'Appiedato ha scritto: gio 13 giu 2019, 13:14 Credo di sí. Quele è la tua opinione anche al di là del caso specifico?
Premetto che non mi riferisco al caso specifico, di cui so ben poco.

Quando un atleta si infortuna la probabilità che la colpa sia di chi lo allena è elevatissima.
Su questo vedo ampia unità di vedute quando si parla di ragazzi allenati da altri, mentre la coerenza difetta se il problema lo si ha in casa.
L'attenzione si focalizza su elementi esterni più o meno plausibili: la pista rovinata, i genitori impiccioni, l'atleta che fa di testa sua (privo com'è delle necessarie doti morali), l'anomala piovosità di maggio, gli allenatori avversari che, risentiti per le critiche ricevute o invidiosi, hanno fatto la macumba ecc.
Manca spesso l'onestà intellettuale e l'umiltà per mettere a frutto elementi che spesso sono disponibili nel bagaglio del vissuto personale.
In parte questa situazione la capisco pure, gli infortuni purtroppo fanno parte del gioco e non è facile per nessuno farci i conti.
Il guaio è che l'atleta affonda e l'allenatore continua.
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dave91841
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Re: giovanetica leggera italiana

Messaggio da dave91841 »

Ma siamo sicuri che Kipchoge abbia tutta questa passione e amore per la corsa di gran lunga superiore a quella degli altri? NON intendo dire che non ami davvero quello che fa, ma credo che sia una delle caratteristiche necessarie per sostenere un programma di allenamento di qualsiasi atleta elite.
Applicando il discorso alla questione sulla gestione dei talenti: il rendere eccessivamento tosto il microciclo non ha certamente senso dal punto di vista fisico (e fin qui siamo tutti daccordo), ma neanche dal punto di vista "psicologico" di non farli annoiare/tenerli motivati, ecc... perchè (ovviamente parlo di una mia opinione personale) l' amore per un' attività è sì innato nella personalità di un individuo (che poi possa provenire fonti completamente diverse, ad esempio "corro perchè mi piace" vs "corro perchè mi piace vincere", è un altro discorso), ma lo si può scoprire e sviluppare solo attraverso l' abitudine ad una routine "corretta" (nel senso che non crea strascichi a livello fisico).
PS: si è capito che preferisco Bekele a Kipchoge? :mrgreen:
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Re: giovanetica leggera italiana

Messaggio da Zedemel »

dave91841 ha scritto: gio 13 giu 2019, 19:42 Ma siamo sicuri che Kipchoge abbia tutta questa passione e amore per la corsa di gran lunga superiore a quella degli altri? NON intendo dire che non ami davvero quello che fa, ma credo che sia una delle caratteristiche necessarie per sostenere un programma di allenamento di qualsiasi atleta elite.
Applicando il discorso alla questione sulla gestione dei talenti: il rendere eccessivamento tosto il microciclo non ha certamente senso dal punto di vista fisico (e fin qui siamo tutti daccordo), ma neanche dal punto di vista "psicologico" di non farli annoiare/tenerli motivati, ecc... perchè (ovviamente parlo di una mia opinione personale) l' amore per un' attività è sì innato nella personalità di un individuo (che poi possa provenire fonti completamente diverse, ad esempio "corro perchè mi piace" vs "corro perchè mi piace vincere", è un altro discorso), ma lo si può scoprire e sviluppare solo attraverso l' abitudine ad una routine "corretta" (nel senso che non crea strascichi a livello fisico).
PS: si è capito che preferisco Bekele a Kipchoge? :mrgreen:
io li preferisco entrambi 8-) :lol:

io mi baso un po' su quello che leggo, dei racconti che si fanno. Un minimo di passione ci vuole se no non arrivi a certi livelli, però se ti piace fino ad un certo punto e lo fai per soldi, secondo me la carriera dura meno. Kipchoge ha vinto un mondiale nel 2003 ed è tuttora nettamente il migliore, difficile da vedersi in molte persone. Bekele forse è più forte di Kipchoge ma anche da discorsi che ha fatto il suo manager, dipende se vuol fare ancora la vita da atleta o meno.
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Re: giovanetica leggera italiana

Messaggio da dave91841 »

Allora siamo daccordo :D Comunque è quello che intendevo direi anch' io: un minimo di passione ci vuole, però poi fa tanto l' abitudine. Ma con un programma d' allenamento che, a meno di rare eccezioni, porta a infortuni su infortuni, la passione, anche se ce l' hai, non la sviluppi
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Re: giovanetica leggera italiana

Messaggio da chippz »

@Zedemel @dave91841
E del team Ingerbrigsten che cosa dite?
Talento, passione, talento e passione o "o lo fai o ti diseredo"? :lol: Che alla fine è ciò che porta molti africani a raggiungere certi livelli: la corsa è lo sport più pratico ed economico che possono fare per ottenere certi risultati e quindi soldi: si chiama comunque passione? Boh.
Gym: squat 110k / panca 70k / stacco 145k
Run: 10k 37':40" / 3k 10':22" / 1,5k 4':44" / 0,8k 2':16" / 0,4k 1':00"
Watt: 20' 318 / 10' 344 / 5' 381 / 1' 549 / max 1052
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Re: giovanetica leggera italiana

Messaggio da chippz »

Domandina domandona..
Per curiosità sono finito nella pagina delle graduatorie Fidal e ho preso come riferimento un 1000m in 4':00" per vedere a che posizione corrisponderebbe. Come parametri di confronto ho preso i risultati outdoor del 2018 delle due categorie delle ragazzine.
A proposito dei giovani talenti... Chi me la spiega?
-categoria ragazze (11-13 anni) = 4':00"/1000m corrisponde a.... impossibile verificare. il 150esimo miglior tempo nella sola Lombardia è 3':42"..
-categoria allieve (16-17 anni) = 4':00"/1000m corrisponde a.... 120esima posizione a livello NAZIONALE..

Cioè, gli 11-13 anni oltre a fare in massa moltissime più gare sui 1000m sono tremendamente più forti della categoria 16-17 anni??? :sconvolt: :sconvolt: :sconvolt:
Ma che cazz...??
Gym: squat 110k / panca 70k / stacco 145k
Run: 10k 37':40" / 3k 10':22" / 1,5k 4':44" / 0,8k 2':16" / 0,4k 1':00"
Watt: 20' 318 / 10' 344 / 5' 381 / 1' 549 / max 1052
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Re: giovanetica leggera italiana

Messaggio da Zedemel »

chippz ha scritto: gio 13 giu 2019, 20:29 @Zedemel @dave91841
E del team Ingerbrigsten che cosa dite?
Talento, passione, talento e passione o "o lo fai o ti diseredo"? :lol: Che alla fine è ciò che porta molti africani a raggiungere certi livelli: la corsa è lo sport più pratico ed economico che possono fare per ottenere certi risultati e quindi soldi: si chiama comunque passione? Boh.
la definirei motivazione, che può essere la passione o la ricerca dell'ascensore sociale. Ma un po' dalla lunghezza della carriera lo si capisce, molti fanno un anno o due e poi spariscono.
E non tutti gli Ingebrigtsen infatti corrono, alcuni si sono dedicati ad altro. Anche in alcuni ex ciclisti si vede, alcuni diventano degli elefanti, altri continuano ad andare in bici, ovviamente non con la stessa intensità, ma si vede che pedalano volentieri.
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