@no zozzone
La tua teoria banalmente non tiene conto del fatto che conta anche il numero di appoggi, dato che un velocista ne fa 45 mentre un maratoneta 35.000.
Se fosse come dici tu i velocisti sarebbero sempre infortunati mentre i marataoneti mai.

su questo da 10 anni faccio guerra ai "minimalisti" (e alla fidal) che sostengono che TUTTI DEVONO SEMPRE appoggiare di avampiede anche quando vanno al cessospiritolibero ha scritto: mer 25 gen 2017, 22:54Capito.lucaliffo ha scritto: mer 25 gen 2017, 21:57- laterale: si appoggia in zona esterna, poi il centro di pressione si sposta verso l'interno. questo avviene in maggior misura per chi appoggia meso-avampiede.
- anteroposteriore. chi appoggia meso-avampiede: appoggia in zona metatarsale, poi il centro di pressione si sposta INDIETRO verso il tallone e infine in avanti. per i tallonatori invece si sposta solo in avanti.
vabbè, in realtà è la stessa forza-peso che si scarica in 3 vettori.
Mi sembra che la meccanica per chi appoggia di tallone sia più semplice rispetto a chi appoggia di meso-avampiede.
Questo che conseguenze comporta?
Intendo a livello di economicità dell'azione di corsa e di potenziali traumi.
Per questi motivi credo che il peso abbia importanza all'aumentare della distanza. Non tanto come la "zavorra" in sè, ma dato che alla fine la corsa è un sistema complesso di rimbalzi, il fatto di avere minor peso va a diminuire le sollecitazioni degli sforzi eccentrici, in parole povere su migliaia di appoggi si scaricano meno gli ammortizzatori, quindi si va più forte, o a parità di velocità si sollecita meno quindi in teoria ci si infortuna meno.lucaliffo ha scritto: mer 25 gen 2017, 20:34
Questa quota parte 0,5 m Vz^2 dell'energia cinetica totale (in realtà una frazione minore del 100% perché l'urto non è perfettamente elastico, visto che sia il terreno che le scarpe assorbono parte di quest'energia) passa alfine nelle articolazioni del piede: ne costituisce "la sollecitazione".
Un discorso analogo ma un pochino più complesso va fatto per la quota parte 0,5 m Vx^2, dell'energia cinetica totale, ove entra in gioco l'attrito dinamico tra terreno e scarpe: ovviamente ne segue che andare più veloce è più sollecitante per i piedi."
1) detta così è vera, cioè analizzando OGNI singolo appoggio è così.
ma la questione è che un maratoneta di appoggi ne fa 30.000 mentre un centometrista 45![]()
ovvero conta molto anche il NUMERO di appoggi, altrimenti i velocisti starebbero sempre spaccati e i fondisti mai, e non mi pare che nella realtà accada questo.
così come non mi pare che i marciatori siano immuni da infortuni, pur non avendo fase di volo.
in realtà dipende come lo si considera, in fondo anche una palla che rimbalza tenderà a sgonfiarsi o potrebbe bucarsi.lucaliffo ha scritto: gio 26 gen 2017, 10:33
insomma sto modello ultrasemplificato della "palla che rimbalza" è PESSIMO per descrivere la corsa.