Aiuto Chippz
Ipotizzo siano stimoli oltre il normale, sia con l'altura che col caldo, arriva meno ossigeno alle gambe e il corpo cerca di compensare questa cosa.
Potendo, direi meglio altura, perché il caldo ti fa schioppare prima sia come velocità che come durata.
Ericradis ha scritto: sab 14 lug 2018, 18:28
Un dubbio mi sorge riguardo lo studio. È possibile translare i risultati nella corsa dove gli effetti del caldo sono ben maggiori che nel ciclismo, dove avviene un miglior raffreddamento del corpo e una migliore ventilazione? Io penso che nella corsa non ci sarebbero stati questi miglioramenti.
Gli allenamenti sono stati svolti in un'ambiente controllato quindi sui rulli dove gli effetti del caldo sono molto maggiori confrontato con un'allenamento svolto all'esterno
Zedemel ha scritto: sab 14 lug 2018, 16:01
Forse il fisico reagisce aumentando il "circuito di raffreddamento".
Si in sostanza è un altro dei cambiamenti che il corpo adotta per fronteggiare questo stress, si potrebbe ipotizzare che i vantaggi di svolgere questo tipo di sedute sia più remunerativo con l'aumentare della distanza svolta in gara.
Quindi dia più benefici in termini di performance ad un maratoneta piuttosto che un mezzofondista veloce.
chippz ha scritto: sab 14 lug 2018, 16:54
Io ste cose non le sapevo! Non mi rompete, mi vengono dubbi socratici su tutte le cose nuove che posso sperimentare.
1) Quindi il fatto che vario continuamente gli orari di allenamenti causa turni lavorativi è una manna per me?
2) I benefici migliorano con l'aumentare del caldo? Ma sono in base al caldo o all'umidità? Quindi se uno trovasse l'accoppiata altura + caldo farebbe tombola?
3) Vale la stessa cosa che l'altura? Che la vera differenza è dovuta più al vivere in altura che all'allenarsi in altura?
Non credo ciò allenarsi al caldo comporta una serie di adattamenti diversi dall' allenarsi in altura.
Poi se non si adotta una strategia sull'orario degli allenamenti non credo dia molti benefici perché dopo la 20esima volta che fai un lento sempre alla stessa temperatura il tuo corpo si adatta e come mostrava il grafico nell'articolo alcuni valori incominciavano a calare.
Il fatto di fare il lento o anche altri allenamenti per tutta l'estate a sempre le stesse temperature e poi gareggiare a temperature più basse credo abbia più un vantaggio psicologica che fisiologic, perché il corpo si è adattato. Il "segreto" diciamo e fare in modo che il corpo non si adatti e abbia sempre uno stress maggiore, il problema che non si può andare avanti all'infinito e quindi va inserito in un preciso momento della programmazione, se si volesse provare questa strategia.
Quindi @chippz a te non cambia nulla .
In effetti io le maratone migliori le ho sempre fatte in autunno allenandomi in estate e finendo i lunghi con temperature sui 30°. Chissà se veramente ha influito allenarsi col caldo
disti ha scritto: sab 14 lug 2018, 21:49
Quindi @chippz a te non cambia nulla .
In effetti io le maratone migliori le ho sempre fatte in autunno allenandomi in estate e finendo i lunghi con temperature sui 30°. Chissà se veramente ha influito allenarsi col caldo
Eh secondo me allenarsi con 30 e magari poi far la gara a 15, è un bel boost.
Si può funzionare sempre che al caldo uno riesca a fare gli allenamenti al ritmo che deve. Cosa non sempre facile (a seconda della distanza da preparare)
PB: 5k 19'07 (passaggio test in pista 29/1/2022) 10k 38'34" (test in pista 29/1/2022) 21k 1h23'23" (Roma Ostia 06/03/2022) 42k 2h58.47 (Milano 2022) Squat 145 Panca 100 Stacco 185
Beh, ma vario spesso gli orari di corsa quindi in teoria ci metto meno tempo ad abituarmi. Che poi non so che vuol dire visto che dopo un lento torno a casa che mi butterei sotto la doccia per ore, peró in effetti durante la corsa mi pare di patire meno rispetto mesi fa con i primi caldi..
salvassa ha scritto: dom 15 lug 2018, 8:19
Si può funzionare sempre che al caldo uno riesca a fare gli allenamenti al ritmo che deve. Cosa non sempre facile (a seconda della distanza da preparare)
Infatti lo studio faceva svolgere solo gli allenamenti blandi a quelle temperature, che per atleti molto allenati non hanno uno stimolo allenante così marcato nel breve periodo